NARO OK NEL CLUB AZZURRO IN FISSERO

 

Week end bollente quello del 7/8 luglio scorso, in Fissero, e non solo per le temperature africane amplificate dalle sponde in cemento del canale mantovano, ma anche per le sfide al cardiopalma che hanno avuto luogo tra i pretendenti alla maglia Azzurra del Club Azzurro Seniores.
Dopo la due giorni di Medelana, a primavera, sono state le breme del Fissero Tartaro a Ca’ Vecchia l’obbiettivo principale dei 50 pretendenti alla maglia Azzurra che le hanno obbligatoriamente insidiate all’inglese.
Per tutti impostazione mediamente vicina, per garantirsi la maggior precisione possibile nella pasturazione e nelL’azione di pesca, spesso disturbata dai piccoli gujon.
Molto buono il risultato finale di Michele Naro, portacolori della Minerva RossoBlA? Team Bazza, che esce dal calderone bollente di Ca’Vecchia in quarta posizione nella graduatoria finale dopo la quarta prova.
E’ lo stesso Michele a raccontarci le sue due gare:
Le gare erano, come da regolamento, a tecnica obbligatoria all’inglese, tecnica sempre piuttosto difficile quando si è alle prese con delle breme, pesci che richiedono, come sappiamo, una precisione estrema nella pasturazione e nelL’azione di pesca. Per questo motivo ho deciso di impostare le mie gare a circa 22/23 metri di distanza, per avere la massima precisione possibile. A questa distanza, al via iniziale, ho fatto un fondo con 20/25 palle di pastura Gold Special K1 Breme Team Bazza addizionata di una uguale percentuale di Terre de Somme Team Bazza per fare un tappeto sul fondo su cui ho fiondate una trentina di palline di pongo realizzato sempre con Terre de Somme Team Bazza a cui avevo aggiunto poco fouillis, meno di un quarto di litro.
La pesca l’avevo impostata con galleggianti da 12 a 16 grammi, montati scorrevoli con pallettoni da 6 a 10 grammi. Come ami ho legato dei 18 della serie K1 Team Bazza con del New Trax dello 0.10 per innescare 1 o più fili di ver de vase presentati a sfiorare il fondo.
In entrambe le giornate l’impostazione è stata la medesima, unica variante è stata la frequenza con cui ho mantenuto alimentato il posto di pesca con delle palle di pongo piuttosto morbide, lanciate più frequentemente il sabato e meno la domenica.
Anche le condizioni del campo di gara sono state diverse nella due giornate, con una acqua in discreto movimento il sabato, condizione che ha complicato ulteriormente l’azione di pesca visto che la roba tendeva ad uscire dal raggio dall’azione della lenza, mentre la domenica la corrente è stata pressochè nulla.
Le gare sono state oltremodo difficili da gestire ed interpretare nel corso del loro svolgimento, poichè le bremette da 50/100 grammi che hanno rappresentato le prede più comuni, tendevano a tratti ad alzarsi e bisognava cercare di tenerle sul fondo; qualche pesce, comunque, l’ho catturato anche a mezz’acqua pescandolo con il galleggiante fisso ed alimentando con pastura e terra di somma bagnati in modo tale da farli scoppiare lungo la discesa sul fondo.
Ne sono uscite due gare molto belle, tecniche, in cui la chiave di volta, a mio avviso, è stata la capacità di mantenere la massima concentrazione nella propria azione di pasturazione e di pesca per tutte le 4 ore della loro durata.
Sono sicuramente contento di queste mie due gare, perchè alla fine sono quarto assoluto, ad un passo da un sogno; qualche recriminazione comunque mi rimane, sostanzialmente contro la cattiva sorte che la domenica mi porta a slamare ormai a guadino una breme stimata, a vista, abbondantemente oltre il chilo e mezzo. Al lancio seguente ho attaccato una carpa enorme che mi ha strappato tutto. Con uno solo di questi pesci oggi la mia posizione in classifica sarebbe ancora migliorE’
Pazienza!
Il prossimo appuntamento è ad Ostellato, in ottobre, in cui mi attendo la pesca classica a roubaisienne, almeno ad inizio gara, con la probabile evoluzione all’inglese, sulla linea dei 35/45 metri, nella seconda parte delle manche, visto anche quanto successo lo scorso anno, nelle finali dell’Italiano per Società svoltesi in quel periodo.”

 




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